Gentile lettore,
sono appena tornata da Philadephia, PA, dove ho partecipato alle Scientific Sessions dell’American Heart Association, Novembre 2019, come Fellow dell’ABC Heart Disease Foundation ONLUS, organizzazione filantropica no profit con sede a Conegliano (TV) dedita esclusivamente alla ricerca scientifica e all'impegno sociale, che sta realizzando in collaborazione con la Regione del Veneto un Progetto di ricerca scientifica sulla malattia di cuore e tumori. L'attività di ricerca è iniziata nel 1992, quando un piccolo gruppo di medici ricercatori ed altri operatori sanitari, iniziarono un progetto per studiare nuovi fattori clinici della malattia cardiaca, studiando pazienti con sindrome coronarica acuta e seguendoli per molti anni. Oggi, ciò che è stato osservato sulla sopravvivenza a lungo temine dopo sindrome coronarica acuta è riconosciuto a livello internazionale. I principali risultati appaiono sui maggiori testi e riviste di medicina cardiovascolare in tutto il mondo, tra cui “Circulation” giornale ufficiale dell'American Heart Association.
Il congresso si è tenuto al Philadephia Convention Center dal 16 al 18 novembre 2019.
Noi siamo arrivati in città la sera prima dell’inizio, e la giornata successiva dovevamo presentare 3 poster e un orale. I tempi erano stretti ed eravamo solo in due ma ne è valsa la pena per poter partecipare ad un evento di tale rilevanza.
La conferenza era costituita da un Main Event ed un’ampia sala esposizioni divisa in 4 aree di presentazione, sia per i poster che per gli orali.
I primi tre abstract che avremmo presentato in tarda mattinata, così come quello della presentazione orale, riguardano la prognosi del paziente nel lungo termine dopo infarto di cuore. I pazienti, che sono stati seguiti uno ad uno per vent’anni dopo avere avuto un infarto al cuore, sono circa 800, e rendono questo lavoro unico al mondo.
Il primo poster evidenziava la comparsa di ictus nei nostri pazienti. Quello che è stato osservato è che la presenza di ipertensione arteriosa, pressione alta del sangue, ed albuminuria, che è un segno di alterazione di circolo (della parete vascolare), sono strettamente associati e predittivi di comparsa di ictus. L'impiego di questi dati potrebbe essere utile anche per la prevenzione di questa grave complicanza.
I dati del secondo abstract presentato, mostrano che ipertensione e albuminuria permettono di distinguere la morte cardiaca improvvisa dalla morte cardiaca non improvvisa, fatto che può essere rilevante per la terapia del paziente. L’ultimo poster riguarda invece un argomento diverso. Infatti, il lungo follow up dell’ABC study ha messo in evidenza che per i malati di cuore (coronaropatici) nel follow up vi è una elevata incidenza di neoplasia maligna (tumore maligno), addirittura più alta della morte improvvisa, che è considerato una delle complicanze più frequenti nel malato di cuore. Questi dati suggeriscono che ci possa essere un legame tra la malattia di cuore e i tumori maligni. Ciò non è ancora noto, nonostante ci siano ricercatori importanti, come la professoressa Alessandra Lucas dell’Università della Florida che stanno studiando con grande impegno questa nuova frontiera.
Nel tardo pomeriggio, ci siamo recati nella zona 4 per l’orale. La nostra sessione era intitolata “The Best in Outcome in Heart Failure”.
La nostra presentazione riguardava nuovamente la presenza di Albuminuria nei pazienti, questa volta in associazione allo scompenso di cuore. I risultati hanno infatti dimostrato che la presenza di albuminuria si associa ad un rischio di morte maggiore. Queste conclusioni sono rilevanti per quanto riguarda la cura e la prevenzione del paziente, in quanto una terapia volta al miglioramento dell’albuminuria può essere benefica per il paziente con scompenso dopo l’infarto di cuore.
Il nostro moderatore, Professor William Abraham, dell’Ohio State University, ha reso la sessione piacevole e interessante per tutti, contribuendo in maniera attiva anche ai "question&answer". Per esempio, in seguito alla nostra presentazione ha voluto sapere quale fosse il meccanismo di base sottostante la comparsa dell’albuminuria e la sua importanza clinica per la prognosi del paziente, mostrando interesse per il meccanismo che sta sotto alle nostre scoperte cliniche. Attualmente l’attività di ricerca dell’ABC Study Foundation è inserita in un progetto di studio della Regione Veneto, alla quale va un ringraziamento speciale per il supporto e il sostegno mostrato dalla sua nascita ad oggi.
Nei giorni successivi abbiamo avuto l’occasione di assistere ad altre presentazioni, di visitare i vari stands della Science and Techology Hall e di dare un’occhiata ai poster che erano stati esposti insieme ai nostri. Al congresso erano presenti lavori provenienti da tutto il mondo, dalla Cina all’Europa all’America. Abbiamo anche potuto incontrare dei colleghi dell’Università di Padova, che esponevano i loro lavori, con cui abbiamo potuto avere uno scambio di idee.
L’intera città di Philadelphia era coinvolta, al punto che nel cercare un souvenir in un piccolo negozio della città ci è subito stato chiesto se fossimo dottori in visita per le Scientific Sessions.
Si tratta infatti di uno dei congressi più grandi al mondo dove si incontrano e condividono le proprie ricerche i maggiori ricercatori. Un evento di tale prestigio, ospitato in una città di forte rilevanza storica come Phiadephia, oltre a creare uno sfondo di fascino e varietà, ha permesso a noi e a tutti i partecipanti di sentirsi coinvolti e incuriositi non solo dal punto di vista scientifico ma anche sociale e culturale.
Desideriamo ancora ringraziare la Regione del Veneto e la nostra ULSS 2 di Treviso, ed il Direttore Generale Dr Francesco Benazzi, per la fiducia ed il supporto a questi progetti.
Questo evento è stato di forte crescita per me come fellow e per la nostra Associazione-Fondazione-ONLUSS. La speranza è che il lavoro possa avere risvolti positivi per nostri pazienti, soprattutto puntando alla prevenzione della malattia coronarica e dei tumori.
Un cordiale saluto,
Elena Boni,
Università di Padova,
Fellow ABC Fellow dell’ABC Heart Disease Assocation and Foundation ONLUS